back In attesa del verbale del CDN del 14 febbraio. Ultime novità dalla SAS.

a ) Scioglimento dei Consigli Sezionali e Regionali e Nuovo Regolamento Organismi Periferici.

Nel nostro precedente articolo avevamo, tra le altre cose, commentato il Comunicato importante alle sezioni e regioni pubblicato sul sito SAS a firma del Direttore Roman.


Questo è l'articolo scritto il 13 febbraio (cliccate sul titolo per leggerlo e ricliccate per chiuderlo):

Ultima ora. Il rinnovo dei consigli sezionali e regionali, ovvero "il vecchio lupo perde il pelo ma non il vizio"

Leggiamo oggi (2 febbraio) sul sito SAS il comunicato, a firma del Direttore Roman, alle sezioni e regioni SAS. In questo comunicato si avvisa che i CdS (Consigli di Sezione) rimarranno in carica sino a tutto il 16.02.2010 e dovranno essere rinnovati entro e non oltre il 31.03.2010, mentre i CdR (Consigli Direttivi Regionali) resteranno in carica sino al 31.03.2010 e dovranno essere ricomposti entro e non oltre il 15.04.2010. Non viene data, in merito, alcuna spiegazione ai soci (con buona pace della tanto auspicata trasparenza). Nelle recenti riunioni con i responsabili è stato detto che i rinnovi dei consigli degli organismi periferici si devono fare “per adeguare la scadenza dei consigli sezionali e regionali a quello nazionale”.
Ora, ma non è una decisione arbitraria, considerando che gli organismi periferici, se regolamente eletti, hanno una loro naturale scadenza stabilita dall'attuale ROP (Regolamento Organismi Periferici)? O forse l'attuale CDN ha modificato anche questo regolamento, senza farne sapere nulla ai soci o meglio senza deliberarlo? (Nel Comunicato di Roman si cita un articolo 61 che, nel ROP in vigore attualmente, non esiste e si parla di "nuovo" Regolamento degli Organismi Periferici)
Ma, soprattutto, com'è possibile che siano state prese decisioni riguardanti lo scioglimento dei consigli direttivi degli organismi periferici SENZA DELIBERA di CDN? Eppure, nei due verbali pubblicati non vi è alcun accenno alla questione. Anche la suddivisione delle Regioni (Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Lombardia) riunificate con la gestione Verpelli e con i Consigli Direttivi regolarmente eletti nel 2009, da chi è stata decisa? Dal CDN non sembrerebbe proprio e il Direttore non ha certo il potere di farlo. In questo CDN c'è la nuova figura del Responsabile dei rapporti sociali e organismi
periferici, questa non avrebbe dovuto essere questione di sua competenza? Tutta la vicenda ricorda un po' il cambio di calendario delle prove di selezione operato dal neoinsediato consiglio di Verpelli, per il quale fu necessaria una delibera Presidenziale. Forse anche Musolino si avvarrà di una delibera presidenziale per giustificare la pubblicazione di un comunicato del Direttore contenente questioni mai deliberate dal CDN?
Tornando nel merito della questione poi, come si adegua un CDN eletto ed insediatosi nel 2009 se si fanno votazioni degli organismi periferici nel 2010? Non vorremmo, visti i precedenti di questa dirigenza, che poi, con qualche strano escamotage, anche questa volta si riuscisse nell'impresa di organizzare 4 Campionati invece dei canonici 3 (o quantomeno di deciderne località e giurie).
Certo, se, come detto in campagna elettorale, ci sarà da parte di questa dirigenza, la proposta di una modifica statutaria per cambiare il sistema di voto, istituendo il voto regionale, il controllo politico degli organismi periferici potrebbe avere una valenza importante.
E' anche abbastanza ovvio che, in questo momento, con una dirigenza a guida Musolino, i soci SAS, in caso di votazioni sia nelle sezioni che, soprattutto, nelle regioni, potrebbero essere maggiormente orientati a scegliere dei rappresentati in accordo o almeno neutrali rispetto al governo centrale, piutttosto che scegliere degli oppositori politici.
Tutto questo ammesso e non concesso che non intervengano decisioni della magistratura che rimandino la SAS a nuove votazioni (la questione ricorsi sembrerebbe, anche per ammissione della stessa dirigenza in carica, ancora aperta)

Ma tanto, ai soci SAS, così come non interessava la vicenda Statuto, poco importa delle questioni di principio, delle violazioni ai regolamenti e delle strumentalizzazioni a fini politici.

Il 12 ci sarà un CDN per decidere la giuria, che è una delle cose che più paiono scuotere i soci.


L'importante, poi, è poter dire che, almeno, questa volta, i treni arrivano in orario.

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 1/2 febbraio 2010


Cos'è successo, dopo l'avvenuto CDN del 14 febbraio? Dal sito SAS è scomparso il Comunicato firmato da Roman (che potete leggere, nella versione originale, cliccando qui), sostituito da un Comunicato del Responsabile degli Organismi Periferici, il consigliere Oronzo Giangreco. (qui il link al comunicato). In pratica Giangreco dice che lo scioglimento degli Organismi periferici è subordinato all'approvazione del nuovo ROP (Regolamento Organismi Periferici). Pertando, sconfessando quanto scritto dal Direttore (che aveva anche fatto un chiaro riferimento al nuovo Regolamento e ad un fantomatico articolo 61 dello stesso) Giangreco dice che una commissione, composta da lui, dai suoi due coordinatori Dolci e Parziale più l'avvocato Prastaro, si occuperà di redigere un nuovo Regolamento degli Organismi Periferici. Un Regolamento, citiamo testualmente, "moderno, che permetta il buon funzionamento della società per un lungo periodo di tempo e che garantisca un elevato grado di delega, di funzioni e attività, dal centro alla periferia in linea con le necessità di una Associazione così ampiamente diffusa sul territorio. " Della Commissione che si occuperà del nuovo Regolamento non fa parte il Direttore Roman (fatto che, visto il precedente comunicato, non appare privo di significato). Una volta redatto ed approvato il nuovo ROP e solo allora, si procederà allo scioglimento degli Organismi Periferici sezionali e regionali, che dovranno essere rieletti tenendo conto del nuovo Regolamento.

Fermo restando le nostre perplessità sulla legittimità di sciogliere organismi regolarmente eletti dai soci, almeno così la cosa viene fatta senza sovvertire l'ordine delle cose. Prima vengono le delibere del CDN, poi i comunicati ai soci. Da apprezzare che, in questo caso, i consiglieri non abbiano ragionato in termini di "ormai la frittata (leggi pubblicazione sul sito SAS del Comunicato Roman ma anche la dichiarazione rilasciata da Musolino a fine gennaio alla riunione di Modena con i Presidenti sezionali e regionali) è stata fatta, lasciamo le cose come stanno", ma abbiano modificato il precedente comunicato (sconfessando pubblicamente quanto fatto dal Direttore), andando nella direzione del rispetto delle regole. Ci auguriamo che tale indirizzo venga mantenuto dai consiglieri (magari anche riguardo alla presunta vicenda dell'approvazione dei soci nel CDN del dicembre 2009, approvazione che non risulta dal verbale, ma pare sia stata dichiarata dal Direttore)


b ) Riunione giudici

Finalmente, sul Notiziario online, un articolo di Piero Alquati che racconta qualcosa, anche a noi mortali, della riunione giudici tenutasi il 13 febbraio. (qui il link)
[Piccola parentesi a proposito del notiziario. Sono spariti, per scelta dell'autore, tutti gli articoli di Alquati. Si trattava, per la maggior parte di lavori presenti sul sito dell'allevamento Valmadrera (alcune cose, poi rielaborate, erano già state pubblicate sui vecchi numeri dell'Informatore zootecnico che fu, alle origini, una creatura di Alquati). Sinceramente è un peccato, perchè molte cose sono interessanti e difficili da trovare. Citando le parole del Presidente Musolino : "Tutti debbono collaborare e solo questi avranno soddisfazione negli incarichi meritocratici e zootecnici", Alquati motiva la sua decisione affermando: "una mia ribadita presenza editoriale potrebbe, infatti, avere agli occhi di alcuni il sapore di un occulto desiderio di emergere sfruttando una favorevole situazione". Personalmente a noi sembrava che Alquati avesse solo messo a disposizione dei soci il suo lavoro, gesto di cui ringraziarlo. Non crediamo che Alquati abbia necessità di emergere come studioso del pastore tedesco, ruolo che tutti gli riconoscono. Diverso invece potrebbe essere il discorso, tecnico, relativo al fatto che le pagine del "notiziario online SAS" siano ospitate sul server del sito dell'allevamento Valmadrera e non su quello della SAS. Ma non ci vuole certo un genio dell'informatica a trasferire le pagine sul server di competenza. Troviamo invece tutto sommato corretto che venga mantenuto un link al sito dell'autore ("tratto da") quando si citano o si riportano lavori che comunque sono costati tempo e fatica a chi li ha realizzati. ]
Tornando invece all'articolo sulla riunione giudici.
Intanto apprendiamo che, complice il fatto di avere la presenza del responsabile dell'allevamento mondiale, la riunione si è tenuta in una bella ed attrezzata sala riunioni con adeguato servizio ristoro. Alquati promette di relazionarci in ulteriori articoli sui contenuti zootecnici della riunione. Attendiamo con curiosità.
Da questo primo scritto emerge che il Presidente ha sottolineato la decisione di istituire dei tornei a punti nelle sezioni e regioni che, anche se non è stato ancora precisato, ci pare possano richiamare l'analogo torneo che viene disputato in Friuli Venezia Giulia tra le varie sezioni. Ovvio che tali tornei, se organizzati dalla sede centrale, non rimarranno meri riconoscimenti, ma serviranno ad assegnare le prove alle sezioni "meritevoli".

Per quanto riguarda invece Reinhardt Meyer, Alquati accenna ad alcuni passaggi del "lungo intervento illustrato attraverso la proiezione di molte immagini", sottolineandone i temi principali:

  • la dicotomia tra pastore tedesco da lavoro e pastore tedesco da esposizione (non è chiaro, ma pensiamo, visto quanto dichiarato da Meyer a Ulm commentando il gruppo di riproduzione di Javir Talka Marda -"il pastore tedesco è uno solo"- , che Meyer sia assolutamente contrario al perdurare di tale dicotomia, o peggio ancora all'istituzionalizzarla)
  • il problema taglia. Ci pare di capire (ma restiamo in attesa di ulteriori approfondimenti) che Meyer non si sia smentito, ribadendo quanto da lui già affermato alla riunione tecnica di Terni nel 2008: si accettano i cani sino al 66 (61 per le femmine), si penalizzano quelli oltre questa misura. Il punto è che, allora come oggi, questa indicazione non significa certo: "per i cani da 66 selezione di seconda e mancata concessione della massima qualifica in esposizione" e " per i cani oltre il 66 nessuna selezione ed esclusione dalle esposizioni al pari dei cani con difetti da squalifica, come i monorchidi". Sembrerebbe invece significare, almenoMeyer così ha spiegato in altre occasioni: "tolleranza, per i primi posti in classifica e per la selezione di prima classe, dei cani sino a 66, oltre quella misura, per i cani da 67-68 cm, penalizzazione nelle posizioni di classifica e selezione di seconda (persino con qualche tolleranza entro i limiti di un cm). Se così fosse, il contenuto delle affermazioni di Meyer sarebbe pressochè identico allo scritto che è costato a Verpelli un esposto alla SAS e all'ENCI e nei confronti del quale abbiamo letto considerazioni molto critiche. Chissà se a questa riunione qualcuno ha chiesto a Meyer di mettere per iscritto le sue indicazioni sulla taglia.
  • il problema delle eccessive angolature del posteriore. Altro tema molto sentito e già affrontato da Meyer nella relazione tenuta nella serata di sabato durante la recente Siegerschau di Ulm. Anche in questo caso, considerazioni condivisibili, anche se il problema riguarda in modo molto marcato il Sieger Vegas ed anche, se pur con minore evidenza, il vicesieger Yerome. Crediamo che Meyer abbia giustificato le sue scelte affermando che, fermo restando ci dovrà essere molta attenzione da parte degli allevatori, i pregi di Vegas superavano e rendevano tollerabile la presenza (e la trasmissione alla sua discendenza) di un posteriore iperangolato. Pare che Meyer abbia indicato il 2015 come termine da darsi per risolvere il problema taglia e il problema delle angolature posteriori. Chissà, trattandosi di una riunione giudici italiana, se a qualcuno è venuto in mente di chiedere come potranno, gli allevatori italiani, risolvere il problema dell'iperangolatura del posteriore, visto che gli stalloni che stanno riscuotendo i maggiori successi in termini di richiesta di monte sono Vegas, Furbo o loro giovani discendenti. Considerando poi che le altre linee di sangue maggiormente presenti in Italia sono quelle provenienti da Quantum-Zamp (non certo portatori di angoli posteriori poco accentuati) il problema per l'allevamento italiano rischia di diventare molto presente nel genotipo dei nostri soggetti.
  • l'intenzione da parte dell'SV di introdurre nuovi regolamenti per la prova di Selezione. Questo è un argomento di estremo interesse e dimostra come non dicessimo cose infondate, quando sostenevamo che in sede WUSV (e quindi SV) vi fosse la possibilità di portare proposte per modificare i requisiti di accesso alla prova di selezione. Speriamo che si vada nella direzione (che ci pare condivisa, almeno a leggere alcuni recenti scritti, anche dall'attuale Presidente SAS) di inserire l'IPOV come requisito minimo per la selezione, fermo restando i requisiti attualmente richiesti per i soggetti che aspirino al titolo di Auslese (IPO2 per ottenere il titolo la prima volta, IPO3 per ripeterlo negli anni successivi). Riteniamo che l'IPOV, prova da effettuarsi obbligatoriamente da parte del proprietario del cane e che comprende comunque tutte e tre le sezioni IPO (pista, obbedienza, difesa) sia la miglior prova per verificare le caratteristiche caratteriali minime richieste ad un pastore tedesco. Non ci auguriamo invece l'introduzione di una prova minima che testi solo il predatorio (leggi "gioco di mordere la manica") e l'equilibrio (con un controllo dell'indifferenza agli estranei, dalla docilità e il superamento di alcuni elementari esercizi di obbedienza). Le altre razze da utilità e difesa purtroppo insegnano che ne è stato del loro carattere originario con l'introduzione di prove più semplici. Purtroppo l'abbassamento dei livelli di atrazina è sempre in agguato.
    Assolutamente da evitare, visto che si tratta dei cani che più incidono nell'allevamento e che rappresentano l'eccellenza della razza, abbassare i requisiti caratteriali per ottenere il titolo di Auslese. Anzi, le prove di IPO2 e 3 andrebbero ancor più controllate e verificate (basterebbe, piuttosto che una semplice prova di attacco, qualche esercizio di obbedienza, scelto casualmente, da effettuarsi su richiesta del giudice di esposizione). Molto interessante che in questa riunione si sia parlato anche dell'introduzione del BH, progetto già proposto dalla gestione verpelli e non ancora realizzato.
    Piccola nota, riguardante le prove di lavoro: positivo il fatto che si stiano pubblicando gli elenchi dei cani iscritti alle prove (le trovate nel sito SAS alla voce manifestazioni, cliccando su Risultati per le prove a venire.). E' un piccolo ma significativo esempio di trasparenza che consente ai soci che volessero assistere alla prova di un particolare soggetto, di poterlo fare. E che consente anche, sia pure in modo parziale, di verificare la correttezza delle iscrizioni.

Fatta forse eccezione per la parte relativa alla modifica dei regolamenti selettivi, pensiamo che la relazione di Meyer sarebbe stata di gran lunga più interessante per i soci che non per i soli addetti ai lavori . La riunione giudici dovrebbe servire per dare degli indirizzi precisi rispetto alle linee guida da seguire ( linee guida da seguire per quanto concerne l'allevamento nazionale) e quindi dovrebbe affrontare le tematiche in modo più concreto e dare, quando vi sia un Responsabile dell'Allevamento con chiari intenti programmatici e competenza, indicazioni che vadano oltre relazioni da convegno sul pastore tedesco. Non condividiamo l'entusiasmo di Alquati che, nella sua relazione, sostiene che la presenza di Meyer abbia dato spessore zootecnico. Anche perchè riteniamo che la conoscenza dei principi di zoognostica sia di gran lunga superiore nei nostri vecchi giudici formatisi sui testi di Barbieri, Bonetti e Gorrieri, che non nei giudici SV (proprio Alquati, in questo campo, docet). Attribuire un valore aggiunto alla presenza di Meyer sembra un vecchio retaggio di quella "mentalità frutto di un pensiero assistenzialistico""("L'allevamento deve essere visto in un'ottica autonoma ed autarchica, uno spirito che ci lascia disorientati abituati come siamo al concetto che, per sanare le nostre pecche, ci sono pur sempre i consigli dei tedeschi e i loro migliori riproduttori." -Piero Alquati, Workdogs n.29, anno 1993 ). Diceva ancora Alquati, nel 1993, che era necessaria una certa autarchia, autonomia ed autosufficienza del nostro allevamento e che il Campionato italiano doveva avere un ruolo zootecnico, non trasformarsi in "un'occasionale quanto fugace passerella di alcuni importanti soggetti giunti dalla Germania" o "terra d'assalto per qualche tedesco che viene a rimpinguare le tasche" Ragionamento ineccepibile e, come tante delle cose scritte coraggiosamente allora, poco ascoltato. Oggi i tempi sono molto cambiati e il nostro allevamento ha raggiunto traguardi espositivi che, dieci anni fa, non erano ancora pensabili (in termini di risultati e di capacità gestionali, più che di qualità intrinseca). Quindi a maggior ragione non dovremmo avere molto da imparare dai tedeschi. Senza dimenticare che l'attuale situazione dell'allevamento mondiale, con le pericolose derive (caratteriali e morfologiche) sottolineate proprio da Meyer nella sua relazione, è da imputarsi proprio ai giudici e ai selezionatori tedeschi. Ed è da imputarsi ai giudici e ai selezionatori tedeschi la dipendenza dal mercato che ha autorizzato una serie di deroghe in nome dello spettacolo e delle maggiori possibilità di vendita di soggetti rispondenti alle richieste degli acquirenti. E la nostra mentalità, che ci ha sempre fatto guardare alla Germania come modello, ci ha portati ad uniformarci e a condividere tali scelte.
Nota a margine: riteniamo più probabile che il nostro attuale Presidente SAS, forte dei successi ottenuti come allevatore, lungi dal sentire la necessità di una "guida", possa aver invitato Reinhardt Meyer per motivi squisitamente politici (e/o privati) più che zootecnici.

Interessante (ed anche qui ci riserviamo di approfondire) la parte dedicata all'addestramento.
Una piccola perplessità, letto il nuovo regolamento di selezione, sulla precisazione che la Selezione di 1a classe sarà data anche a quei soggetti che, ottenendo il pronunciato, non eseguono il lascia.
Il nuovo Regolamento dice come debba essere eseguito il lascia (con un massimo di tre possibili comandi vocali).
Si legge anche che "Il Conduttore non può intervenire manualmente sul cane per fargli lasciare la presa."
Poi troviamo scritto: Nella relazione del Giudice, inoltre, dovrà essere specificato se ed in quali fasi il cane ha lasciato, con o senza l'intervento a voce del Conduttore.
Dopo di che non ci sono riferimenti chiari in merito,ma si legge:
Art. 22 - Selezione di prima classe:
b) - che alla prova caratteriale hanno conseguito l’attributo di “PRONUNCIATO” e siano sotto controllo.
Art. 23 - vengono selezionati di seconda classe:
d) - i cani che alla prova caratteriale hanno conseguito l'attributo di "Presente" (PS) o che nonostante l’attributo “Pronunciato” non  sono del tutto sotto controllo.

In pratica, a meno che non ci sia sfuggito qualcosa, la lettera del nuovo Regolamento di Selezione dice che un cane che ottiene il pronunciato ma non è sotto controllo deve essere selezionato di seconda classe. Ora, un cane che non esegue il lascia, così come un cane che non esegue la condotta, è da considerarsi non sotto il controllo del conduttore. Quindi? A noi il dubbio resta. Era così difficile scrivere le cose in modo chiaro non lasciando, ancora una volta, possibilità interpretative?



c ) Giurie dei Campionati.

Nessuna sorpresa (purtroppo) per la giuria scelta per il 54esimo Campionato di Allevamento SAS. Pare che, proprio durante la riunione giudici, siano state formalmente chieste dal Presidente delle indicazioni riguardo ai criteri di scelta da adottare. Diciamo formalmente perchè, nella sostanza, la presenza alla riunione del Responsabile di Allevamento tedesco, Reinhard Meyer, faceva supporre che sarebbe stato indicato lui come giudice della classe lavoro maschi. Una scelta che personalmente troviamo discutibile. Riteniamo che la gestione politica societaria debba dare precise indicazioni riguardo agli indirizzi allevatoriali e riteniamo quindi sia corretto che, chi vince le elezioni presentando un proprio programma condiviso dai soci, debba anche gestire, per i tre anni del proprio mandato, la conduzione dell'allevamento, assumendosene le responsabilità. Per questo motivo le classi lavoro andrebbero giudicate dallo stesso giudice, in primis il Responsabile Allevamento e, se giudice, il Presidente, per i tre anni del mandato. Questa è una questione che non trova tutti d'accordo e riguardo alla quale ci sono state appassionate discussioni in cene sociali con giudici ed allevatori tra chi sosteneva la tesi dei tre anni di mandato per dare un'indirizzo societario e chi preferiva l'idea di una più democratica rotazione dei giudici anche nelle classi che assegnano il titolo di Auslese. Ora, abbiamo sempre pensato (e lo ha ampiamente dimostrato nei 7 anni di mandato come Responsabile) che l'attuale Presidente fosse uno strenuo sostenitore della necessità di dare un indirizzo. Per questo troviamo difficile da comprendere come mai abbia affidato la classe più importante del campionato ad un giudice straniero, per quanto prestigioso. E non abbiamo chiaro se tale scelta varrà anche per i due anni a venire. Ci sfugge per quale motivo, a fronte di una cancellazione dell'articolo che imponeva che a giudicare le classi lavoro fossero solo giudici selezionatori, il CDN non abbia indicato Luciano Musolino come giudice della classe lavoro maschi per il prossimo triennio.Forse Musolino non voleva apparire troppo dittatoriale (nel caso motivazione di sola facciata, perchè la sua capacità di influenza sul giudice della classe lavoro maschi non solo è stata così evidente nei 7 anni di mandato da sminuire il ruolo di De Cillis a quello di comprimario, ma è stata ampiamente dichiarata dallo stesso Musolino parlando di programma e di indirizzo nelle scelte dei cani titolati). In questo caso, però, perchè la classe lavoro maschi non è stata allora affidata al Responsabile dell'Allevamento? Sarebbe stata una scelta che avrebbe anche consentito una continuità ed una verifica, vista la scommessa su alcuni soggetti giovani (Xero, Ken, Pakros e Dax) titolati proprio da Luigi Noto lo scorso anno. E che le scelte di Noto del Campionato 2009 fossero condivise dal CDN è reso evidente dall'averlo proposto come Responsabile. Certo, leggendo oggi sul sito SAS che i gruppi di riproduzione verranno giudicati da Musolino e Meyer, escludendo Luigi Noto, viene da chiedersi quale fiducia abbia questo consiglio nei confronti del proprio responsabile di settore, tra l'altro assente alla riunione giudici e al CDN del 14 febbraio. Mah. Noi avremmo ritenuto più corretto affidare gli adulti al duo Musolino-Luigi Noto o, in subordine, visto l'autoescludersi di Musolino, Luigi Noto ai maschi, mentre per le femmine la nostra scelta sarebbe andata a Salvatore Capetti oppure a Luigi Mantellini. Quei Capetti e Mantelli che, al recente Campionato SAS sono stati tra i giudici migliori per coerenza con quanto fatto nei raduni precedenti, per gestione del ring, per capacità di giudizio e per indipendenza intellettuale. Certo, se si fosse deciso per un criterio di rotazione,Capetti e Mantellini non potevano essere riconfermati. Ma allora perchè riconfermare Macaluso, che si è rammaricato e fatto carico delle "sbavature organizzative" nella sua relazione della classe cucciolone femmine, ammettendo egli stesso di non essere riuscito a gestire il ring, per quanto anche con precise colpe degli espositori ? Quello che sfugge, leggendo i nomi dei giudici scelti per questo campionato 2010, sono proprio i citati "criteri". Di rotazione non si tratta, perchè Gazzetta, D'Alvano e Macaluso hanno giudicato lo scorso anno. Di scelta operata basandosi sulle richieste delle sezioni non ci pare (ad esempio non crediamo che Bordignon sia tra i giudici più gettonati). Vorremmo escludere si sia trattato di scelte "politiche" (anche perchè non si capirebbe la presenza in giuria di Pettinaroli e Gazzetta, entrambi nella recente kermesse elettorale- a meno di cambi repentini in corso d'opera- convinti sostenitori verpelliani ). Ci sarebbe piaciuto si fosse adottato un metodo "meritocratico" (ma un tale metodo non potrebbe, di default, escludere Capetti dalla giuria...e tutto sommato nemmeno Mantellini. Lo stesso Capelli ha gestito il ring in modo molto corretto). Insomma non abbiamo capito. E tralasciamo la decisione di inserire in giuria un giudice per il quale si sono aperte due pratiche disciplinari. Delle due l'una: o i consiglieri sono convinti che gli esposti siano una mera bufala (ma allora dovevano essere archiviati d'ufficio) o buon senso avrebbe preferito, in attesa del pronunciamento, escludere un giudice che potrebbe anche subire un provvedimento disciplinare. Strana scelta. Così come è strana la scelta dell'altro giudice tedesco, Erich Bosl. Certo è il giudice che quest'anno giudicherà alla Siegerschau la classe lavoro femmine, ma...che c'azzecca con il nostro Campionato? Bosl è un signore molto simpatico, che conosce anche abbastanza la realtà italiana, ma noi avremmo preferito giudici italiani in giuria. L'abbiamo sempre sostenuto, non è cosa di oggi. Gli italiani possono anche commettere errori, ma hanno il polso della situazione dell'allevamento, ed hanno modo di giudicare o di assistere come spettatori a molti raduni nel corso dell'anno. I tedeschi possono giudicare soltanto due raduni oltre al Campionato, non hanno modo di partecipare alle nostre esposizioni se non quando giudicano. Inoltre, analizzando l'operato, nei diversi anni, dei giudici tedeschi ai nostri campionati, la sensazione è che abbiano giudicato con un occhio al mercato e uno alle indicazioni delle dirigenze politiche. Emblematico, su tutti, l'onnipresente (nel senso di scelto da dirigenze diverse) Leonhardt Schweikert. Meyer stesso, al Campionato di Concordia 2007, ha giudicato in modo francamente poco comprensibile (clicca qui per leggere le considerazioni sul giudizio di Reinhardt Meyer nella classe lavoro maschi di Concordia scritte nel 2007 )

Interessanti invece le scelte riguardanti l'addestramento. Ed anche in questo caso, almeno per il giudice della fase C del Campionato, scelta esterofila, con il giudice svedese Pierre Wahlstrom. Non sono chiarissimi i motivi della scelta di un giudice internazionale, per quanto ben conosciuto in Italia (ha giudicato lo scorso anno sia al Campionato Regionale in FVG che ad una delle selezioni italiane valide per la WUSV). A noi sarebbe piaciuto vedere Anaela Tuzzi giudicare gli attacchi, ma la scelta (discutibile) di inserire il Campionato di Obedience all'interno del Campionato di Addestramento l'ha totalmente esclusa dalla possibilità di essere nella giuria, visto che è stata nominata Responsabile nazionale Obedience.

 

Daniela Dondero e Leandro Falaschetti, 18 febbraio 2010